Editoria Interviste

Antonio Tombolini e il futuro dell’editoria

Scritto da Tonia

Simplicissimus Book Farm nel 2006 nasce come distributore di ebook reader quando l’editoria digitale in Italia era appena accennata. Pionieri dell’editoria digitale, cosa l’ha spinta ha investire in un settore ancora incerto?

Mi ha spinto l’idea che il fenomeno della transizione al digitale fosse un fenomeno globale e trasversale, che in tempi e in modi diversi avrebbe dovuto investire tutte le espressioni dell’informazione, della cultura, dell’intrattenimento, dell’arte, nella direzione di una dematerializzazione dei supporti di fruizione (dal vinile al cd al file mp3 per la musica, dal dvd al download per il cinema, ecc…) e di una maggiore circolazione e condivisione degli stessi. Pensai all’epoca che prima o poi anche i prodotti e il mercato dell’editoria sarebbe stati investiti da questa trasformazione. E così è stato.

Quali crede saranno gli sviluppi dell’editoria in Italia?

Da un punto di vista industriale, tecnico e di mercato, gli stessi che stiamo già vedendo in tutto il mondo: il paradigma della carta stampata come tecnologia di base dell’editoria non è più sostenibile, e viene progressivamente sostituito dal paradigma digitale: i contenuti vengono sempre più pensati e prodotti *innanzitutto* per il digitale, e poi, eventualmente, e solo quando lo si reputa necessario, anche in formato cartaceo (col print on demand).

Pensa ci sarà un affiancamento della carta al digitale o crede sarà tutto interamente spostato sul digitale?

Basta intendersi sulle parole: io sostengo che la carta stampata è destinata a *sparire*. Molti mi obiettano che neanche il vinile è “sparito”, ed è certo vero. Ma quel che intendo è che la carta stampata, come il vinile, sarà destinata ad alimentare una nicchia di mercato estremamente piccola (ed estremamente interessante dal punto di vista qualitativo), che però non avrà alcuna incidenza sulle dinamiche del mercato, così come il vinile che circola ancora non ha più alcuna incidenza sulle dinamiche del mercato musicale.

Simplicissimus Book Farm promuove il self publisching già nel 2011 attraverso la piattaforma Narcissus. Il self publishing come modificherà l’editoria?

Nella mia visione il self publishing è la nuova editoria, insieme ad alcuni piccoli e innovativi editori: gli editori tradizionali non sanno e non vogliono sposare il cambiamento, a volte lo subiscono controvoglia, altre volte pensano addirittura di riuscire a ostacolarlo, e ne verranno travolti. Nel self publishing si stanno ridisegnando le nuove abilità e le nuove relazioni tra tutti i mestieri dell’editoria, ed è lì, nel self publishing, che va cercata risposta alla domanda “Cosa significa fare l’editore ai tempi del digitale?”.

Come descriverebbe il panorama editoriale odierno?

E’ un panorama in cui gli attori che hanno sin qui intascato i migliori frutti (grandi editori e grandi distributori, con alcuni – pochissimi – autori di successo globale) rischiano l’estinzione: dal grande editore, allo scrittore seriale di successi planetari, alla catena di librerie, al grande distributore grossista, tutti costoro sono – letteralmente – a rischio chiusura. Alcuni di questi si salveranno, ma solo nella misura in cui sapranno buttar via quel che ha fatto il loro successo fin qui, e sapranno abbracciare le nuove logiche del digitale, a costo anche di pesanti investimenti e sacrifici economici.
Dall’altra parte è un panorama che consente finalmente l’ingresso di tanti nuovi attori, che potranno tentare di costruirsi un business sostenibile, siano essi nuovi autori o editori o professionisti dell’editoria.

Gli strumenti offerti dalla rete generano nuove forme di comunicazione, quali crede possano essere i riflessi dello sviluppo dei social network sulla letteratura?

Credo che l’interazione “social” e la condivisione, in letteratura, non avranno bisogno di network specializzati esterni al libro: l’interazione e la condivisione avverranno *all’interno* di ciascun libro, tra tutti coloro che lo stanno leggendo e lo leggeranno, condividendo evidenziazioni e note, domande e risposte, in un conversazione costante che farà sì che il libro continui, grazie a essa, a crescere, in un rapporto vivo con la comunità dei lettori e – se saranno umili e furbi abbastanza da parteciparvi – degli autori.

Un messaggio ai lettori di Connessioni Letterarie…

Connessioni Letterarie è uno dei pochi esperimenti di nuova rivista letteraria all’altezza dei tempi, che sono “tempi digitali”: sostenetela, e magari fate pressione sulla redazione perché si mettano finalmente in testa di rilasciarne una versione dedicata a tablet, che per le riviste digitali è una manna! 🙂

Tonia Zito

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