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Use to Know

Scritto da Vittorio Lauro

Stavo pensando, che questo non sembra neanche lo stesso posto di quando ci venni con te. Ci sono venuto altre volte ma sempre di giorno e fra il giorno e la notte nessun posto mi sembra uguale.  Ma questa è la prima volta che ci torno di notte. Va pur bene che eravamo ubriachi, ma veramente non sembra lo stesso luogo. Me lo ricordo immenso e piano, una tavola rossa schiacciata contro il cielo. Ora mi appare piccolo, con tante cose che ne bloccano la visuale, non sembra affatto magico, solo solitario, con i botti e i suoni degli avvinazzati che mi arrivano da lontano. Però stasera ci sono le stelle che quella sera non c’erano.

Non che avrebbe fatto differenza, a te le stelle non sono mai piaciute. Forse perché distanti, forse perché fredde, forse perché ragnatela illusoria di bugie e leggende e a te le bugie non sono mai piaciute, anche quando diventavano favola. C’è sopra di me Orione austera e agguerrita e il Toro, con il suo occhio destro dalla doppia pupilla, e dietro di me sciabola la sua coda lo scorpione. A te no ma alla ragazza dagli occhi di giada piacevano tanto e al suo fianco in terre talmente lontane da sembrare esse stesse bugia imparammo insieme a riconoscerne il verso. Mi piaceva il suo sorriso forse più del tuo che pure mi è sembrato perfetto.

Quand’è che siamo diventati ombre e persi negli specchi della nostra mente siamo rimasti intrappolati in questa malinconia? Il faro taglia ancora la notte ma il filo d’acqua non bagna la strada, c’è solo il verso sgraziato di qualche motorino lontano.

Cosa è successo? Come capita che persone con le quali si usciva, si parlava, si scherzava a un tratto diventino solo un messaggio di auguri al compleanno?  Di sicuro non vi è disprezzo perché chi disprezza si astiene anche dagli auguri, ma allora cosa è successo? In parte è la vita, gli impegni, il tempo limitato da dedicare alle sempre nuove persone che si incontrano,  un pò forse,  io credo, è la procrastinazione, l’illusione che, non sarà oggi, non sarà domani, ma un giorno di questi sicuramente ci rivedremo.  Purtroppo non è quasi mai così. Perché le persone divengono un messaggio di auguri non soltanto a causa di fattori quali lontananza e tempo. Ci si può non vedere per anni con alcune persone e quando ci si riincontra non è passato neanche un istante. No. Per divenire un messaggio di auguri bisogna aver lasciato un irrisolto, una frase non detta o detta male, un atto sbagliato, qualcosa di piccolo ma sufficiente a far dire “no... non posso contattare questa persona” proprio un’istante prima di scriverle.  Ascoltate il consiglio di Marcellus Wallace, quella vocina che senti è l’orgoglio “che prova a fotterti, fottilo prima tu”.  
Perché finché si è un messaggio di auguri c’è ancora speranza, dopo no. Dopo è solo uno da cancellare dalla lista di amici il mercoledì pomeriggio, o un numero da non copiare in rubrica quando si cambia telefono, niente, assolutamente niente.

Sinceramente non mi viene di dar la colpa alla tecnologia, poiché la rarefazione dei rapporti sociali, la social dipendenza, l’alienazione dai contesti reali per immergersi nei contesti virtuali, non sono effetti della tecnologia, sono scelte. La tecnologia, a differenza della religione e di altre invenzioni umane, è libera, e ti chiede di scegliere. Lei avrà il suo tempo e le sue regole, spesso sottoposte al mercato, ma non si impone, puoi farne a meno. Naturalmente farai a meno anche delle comodità che essa offre, ma del resto altrimenti dove sarebbe la scelta. Personalmente trovo le attuali tecnologie fondamentali, utili, meravigliose. Vi è un’amica di Milano con cui ci vediamo circa ogni 7 anni (e ci siamo già visti due volte, divinità! quanto sono vecchio!) ma ci sentiamo una volta ogni due settimane, e nonostante la vita ci tenga lontani ci teniamo compagnia. Il punto non è che ci si distrae da una serata perché quello che c’è sul cellulare è più interessante ma solo perché la serata è noiosa. Nessuno guarda il cellulare mentre fa sesso o guarda Gotham o mangia una parmigiana di melanzane (temo di aver appena stabilito le mie priorità della vita). Forse il punto è sempre quello: scegliere con cura le persone con cui si trascorre il proprio tempo, e se avete un moto di malinconia pensando a qualcuno che avete perso e non sapete bene il perché, andatevelo a riprendere. A meno che voi siate ammalati di malinconia, di quelli che vedono il valore delle cose solo quando le hanno perse. In quel caso tranquilli, siete solo infelici delle vostre vite, cambiatele. Così potrete farvele mancare.

Alcune persone vale la pena perderle, altre proprio non capisco perché diventino qualcuno “che ci era uso conoscere”.

Vittorio Lauro

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