Recensioni

Il racconto dell’ancella

Scritto da Carlotta Papandrea

Le recensioni di Connessioni Letterarie

Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale) è un romanzo distopico estremamente attuale, nonostante la sua autrice Margaret Atwood l’abbia scritto nel 1985.

Ammetto di essermi interessata al libro dopo aver scoperto la serie che, rispetto all’originale, prosegue nelle vicissitudini della protagonista in una  concatenazione di avventure claustrofobiche.

L’autrice immagina che il mondo abbia subito un tracollo a seguito delle guerre e dei disastri atomici e che la popolazione superstite abbia dovuto organizzarsi per ristabilire la natalità e l’equilibrio del pianeta. Alcuni paesi rimangono liberi ma altri, come questa fantomatica Repubblica di Gilead stabilitasi negli Stati Uniti a seguito di un golpe, impongono misure alquanto opprimenti. In questa nuova società tutta la vita è basata su precetti biblici estremamente rigidi, imposti attraverso una serie di coercizioni, dalle torture fisiche alle esecuzioni. Non esiste margine di libertà personale, poiché tutto è immaginato attraverso un grande disegno e la società viene stratificata di conseguenza (comprendendo ad esempio Zie, Nondonne, Marte e Angeli).

Qui le donne, da un giorno all’altro, vengono private dei propri diritti (a partire dalla possibilità di lavorare e di avere dei risparmi) e selezionate sulla base della propria utilità procreatrice: quelle ancora abbastanza giovani da essere in età fertile vengono strappate dalle proprie famiglie per essere trasformate in Ancelle, fattrici alla mercé di ricche famiglie (formate dai Comandanti e dalle rispettive mogli) che non possono avere figli.

«Esiste più di un genere di libertà, diceva Zia Lydia. La libertà di e la libertà da. Nei tempi dell’anarchia, c’era la libertà di. Adesso vi viene data la libertà da. Non sottovalutatelo».

Le Ancelle, che perdono il proprio nome divenendo delle mere proprietà, hanno il compito di unirsi ai padroni durante il periodo fertile per poter dare loro degli eredi che altrimenti le mogli non sarebbero in grado di concepire (a causa delle radiazioni, la sterilità è diventata infatti il problema principale della popolazione mondiale e l’imperativo diventa proprio procreare).

La protagonista Offred (nella serie italiana Difred ovvero di/appartenente al Comandante Fred) racconta la sua storia in una serie di audiocassette che vengono trovate oltre un secolo dopo da alcuni studiosi i quali non sono in grado di ricostruire la vita della narratrice dopo quegli eventi né di identificare con precisione i vari personaggi da lei incontrati (a partire proprio dal suo Comandante, sulla cui identità rimangono dei dubbi); in questo racconto si assiste alla lotta per la sopravvivenza di una donna intrappolata, con la mente e il corpo, in un incubo divenuto realtà e che, nonostante tutto, cerca di non perdere se stessa sforzandosi di ricordare l’amore, il desiderio, il coraggio di resistere.

Margaret Atwood fa riflettere il lettore su temi estremamente attuali che, ritengo, dovrebbero rappresentare una prerogativa per tutti noi contemporanei: l’influsso silenzioso ma tremendo dei totalitarismi (che si affermano anche con la tacita complicità di chi non viene colpito direttamente dalle restrizioni), l’effetto dei danni climatici, la fragilità della libertà personale.

Questo testo sottolinea come tutti, di fondo, siamo liberi ma anche come tutti, di fondo, potremmo pure essere imprigionati nel momento in cui qualcuno più influente di noi stabilisca che da umani perdiamo il nostro valore individuale. L’accento si pone, in particolare, sul destino delle donne qui trattate, risparmiate (e stuprate) o uccise alla luce della propria fertilità: sebbene non si viva in condizioni così estreme, vediamo come in ogni caso i temi dell’aborto, del non desiderare figli e dell’avere una libera scelta in merito vengano inevitabilmente toccati costringendo a far riflettere. I totalitarismi sono realtà concrete, spettri mai del tutto relegati al passato, e altrettanto concreta è la discriminazione mai sanata nei confronti delle donne rispetto al proprio corpo.

Consiglio di guardare anche la serie che in parte riprende il libro e, in parte, va oltre proseguendo in una narrazione che Atwood lascia in sospeso: la lettura e la visione sono quasi dolorose all’idea che tutto questo è lontano, lontanissimo forse, ma tecnicamente non impossibile.

La libertà è il bene più intimo di cui disponiamo e a volte viene da pensare che sia persino scontato, al punto che un romanzo distopico sembra pura fantasia. Poi basta seguire un notiziario o leggere un articolo di giornale per scoprire che non sempre è così.

Carlotta Papandrea

Titolo: Il racconto dell’ancella
Autore: Margaret Atwood
Anno: 2019
Editore: Ponte delle grazie
ISBN:  978-8833312255

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