Kazuo Ishiguro è il vincitore del premio Nobel per la Letteratura 2017 “per avere rivelato l’abisso al di sotto del nostro senso illusorio di connessione col mondo, in romanzi di grande forza emotiva”.
Scrittore giapponese naturalizzato britannico scrive in inglese ed è conosciuto soprattutto per Quel che resta del giorno del 1989, con cui ha vinto il Booker Prize e da cui è stato tratto il film ominimo di James Ivory con Anthony Hopkins, un’elegia dell’amore-rinuncia incarnata nella figura del maggiordomo, maestro nel reprimere i sentimenti personali.
Tra i suoi romanzi più importanti ricordiamo Un artista del mondo fluttuante, vincitore del premio Withbread, che racconta la delicatezza della tradizione pittorica nipponica, il distopico Non lasciarmi (Never Let Me Go), da cui è stato tratto il film diretto da Mark Romanek, che immagina un mondo di cloni, di bambini programmati per diventare donatori di organi, affrontando i grandi temi della letteratura come l’innocenza, la morte, la colpa, e il recente Il gigante sepolto, un un romanzo mitologico che mescola storia e fantasy, con cui da prova della sua straordinaria capacità inventiva, pieno di draghi, folletti, orsi e scene da saga medievale.
Pur non essendo nato nel Regno Unito, insieme a Salman Rushdie e Hanif Kureishi, rispettivamente di origine indiana e pakistana, è considerato come un innovatore della letteratura britannica.
Un autore capace di muoversi in scenari differenti, che riprendendo James Wood, il critico letterario del New Yorker “ha una prosa di provocante equilibrio, piatta come l’orizzonte del mare e ricca di profondità nascoste. Evita ornamenti ed eccessi e sembra apprezzare cliché, banalità, episodi scialbi e un’atmosfera con una strana calma diffusa, la cui mite presenza sembra ironicamente e malinconicamente irreale”.
Un autore che personalmente non ho mai letto ma aggiungerò alla lista di quelli da leggere.
Tonia Zito