Attualità Cultura e società

Rinascere Albero – La Bios Urn

Scritto da Tonia

Credete nella reincarnazione?

A prescindere da dove finirà il mio spirito, la mia anima, l’idea che il mio corpo possa decomporsi in una fredda e buia cassa da sempre mi suscita terrore e ribrezzo.

Da qualche giorno ho scoperto che quando sarà, spero il più tardi possibile, se voglio posso scegliere di trasformarmi in un albero.

Il designer spagnolo Martin Azua ha progettato la Bios Urn, un’urna funeraria composta da materiali biodegradabili quali noci di cocco, torba compatta e cellulosa che custodiscono, insieme alle ceneri, il seme di un albero che germoglia non appena il contenitore si decompone.

Ognuno ha la possibilità di scegliere l’albero che più si avvicina alla sua personalità.

L’obiettivo del designer è trasformare il rituale della sepoltura in un rituale laico di rigenerazione e di ritorno alla natura.

L’idea, a mio parere geniale, apre uno spiraglio di serenità sulla certezza della morte. A prescindere dalle proprie credenze religiose, l’idea di trasformare ciò che resta del proprio corpo in una pianta che potrà svilupparsi, crescere, respirare, legando la morte alla vita di qualcos’altro è incredibilmente rasserenante.

L’idea di immortalare il proprio corpo in una pianta potrebbe far nascere un nuovo modo di concepire il cimitero, non più un luogo caratterizzato da gelide e fredde lapidi, troppo spesso inscatolato in gabbie di cemento, ma uno spazio accogliente, sereno dove domina la vita attraverso la natura.

Un bosco della memoria, dove ciascuno albero incarna un’anima, dove si ritorna nel circolo dell’esistenza attraverso la linfa, dove si respira attraverso le foglie. Un piccolo polmone verde che può dare un po’ di colore alle nostre città, troppo grigie e piene di cemento.

Un luogo che trasuda vita, ricordi, amori, affetti dove lo spettacolo della natura ammorbidisce la separazione, il distacco dalle persone care. Un insieme di anime incarnate nelle piante, negli alberi che più le rappresentano per colori, odori, fragilità e forza.

 Non mi fido, come la lavanda. Mi difendo, come il rododendro. Sono sola, come la rosa bianca, e ho paura. E quando ho paura, la mia voce sono i fiori.

Il linguaggio segreto dei fiori, Vanessa Diffenbaugh

Tonia Zito

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Utilizziamo i cookie di terze parti per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. Leggi l'informativa estesa

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi