Cultura e società Editoria

Twitter: una nuova frontiera per la letteratura?

La più celebre delle risposteNell’epoca dei tablet, degli Smartphone, dei social network, anche la letteratura si modifica. Nuove forme di scrittura si sviluppano sulla rete.

La casa editrice Einaudi nel gennaio 2012 ha lanciato l’iniziativa #twittatrame. L’idea era riassumere la trama di testi famosi in 140 caratteri, una sfida accolta con entusiasmo dai lettori che si sono divertiti a sintetizzare i romanzi classici in un Tweet creando dei veri e propri indovinelli su cui arrovellarsi per scoprirne il titolo.

Doppiozero, con la collaborazione dello scrittore Marco Belpoliti sul account @00SerialTw ha avviato un progetto #00fiabit che prevede la riscrittura delle 100 fiabe italiane della tradizione popolare raccolte da Italo Calvino negli anni Cinquanta del Novecento. L’obiettivo è riassumere le fiabe in tre tweet accompagnandole con un commento finale che restituisca una sorta di morale. Nella lezione sulla Rapidità Calvino spiega che il suo interesse per le fiabe nasce dalla rapidità, il ritmo, l’essenzialità con cui sono raccontate. Questo progetto, come sottolinea Belpoliti, attualizza la lezione di Calvino attraverso la rapidità, la leggerezza e la molteplicità dei nuovi media.

Jennifer Egan ha esplorato la scrittura seriale con Black Box, una storia di spionaggio pubblicata su Twitter in segmenti della lunghezza di 140 caratteri dalla rivista The New Yorker.

La copertina di Black Box di Jennifer Egan

La copertina di Black Box di Jennifer Egan

La storia dopo quattro tweet contava già 3.000 follower. Numerose sono state le critiche soprattutto per il modo in cui veniva usato il social network. I Tweet erano inviati quotidianamente tra le 8 e le 9 di sera senza dare la possibilità di comunicare in tempo reale e di interagire con i follower.

Vite in 140 caratteri di Andrea Maggiolo, un testo nato per Twitter (@micronarrativa) con l’idea di raccontare la vita dei personaggi attraverso un tweet. Il testo, spiega l’autore, nasce da un’idea, una persona incontrata per strada, un articolo di giornale. L’obiettivo è restituire il protagonista in 140 caratteri. La stesura non è mai immediata, occorre lavorare sul testo per costringere il personaggio nelle battute imposte dal Tweet. I follower di @micronarrativa hanno permesso al progetto di svilupparsi e crescere, tra questi c’è chi come Riccardo Guasco ha deciso di dare un volto a una ventina di personaggi attraverso delle illustrazioni.

Dal 28 novembre al 2 dicembre 2012 si è svolto il primo festival sulla micronarrativa in 140 caratteri Twitter Fiction Festival. Il festival, lanciato sul blog di Twitter a ottobre, ha raccolto oltre 600 partecipanti di cui ne sono stati selezionati 29. La manifestazione si è svolta sul social network dove ciascun partecipante ha messo in rete le proprie storie all’interno di un palinsesto ufficiale. Contemporaneamente i follower potevano dare il proprio contributo con l’hashtag #twitterfiction. Andrew Fitzgerald, uno dei responsabili del media team di Twitter così ha motivato l’evento: “Vogliamo invitare gli autori e gli storyteller di tutto il mondo a spostare il limite di ciò che si può fare con i contenuti su Twitter.”

#Twittastorie il concorso nato dalla collaborazione di Telecom Italia e Show Reel ha sfidato il popolo del web chiamandolo a raccontare la storia della propria città in un solo Tweet. Un nuovo modo per raccontare la propria città, gli spazi in cui quotidianamente conduciamo la nostra esistenza. Il concorso prevede la realizzazione di un cortometraggio di 60 secondi per i Tweet più divertenti.

Questi e molti altri sono gli esempi di scrittura nati tra i cinguettii.

Differenti sono le posizioni sull’idoneità di Twitter e la letterartura: i critici ritengono che esprimersi a singhiozzi di 140 caratteri sia riduttivo, i favorevoli pensano che i limiti tecnici possano costringere a trovare nuove forme per trasmettere i contenuti.

Io abbraccio questa seconda posizione.

Alcuni degli esperimenti sopra citati a mio parere risultano adeguati allo strumento utilizzato: #Twittastorie e #Twittatrame, il progetto proposto da Einaudi, permettono agli utenti di attivare le proprie capacità di sintesi per raccontare la propria città, il proprio romanzo preferito. Una sintesi creativa che può diventare un simpatico gioco per chi vuole cimentarsi a scoprire di quale soggetto si sta parlando.
Alla stessa stregua si muove l’esperimento proposto da Maggioli che costruisce i propri personaggi da uno spunto, un frammento di quotidianità: Vite in 140 caratteri restituisce le sfaccettare della vita raccogliendo in un unico puzzle le vite dei personaggi, uno specchio in qualche mondo dell’esistenza di ciascuno nel mondo. Una serie di mini storie leggibili singolarmente o nella totalità.

Meno indicato a mio parere l’esperimento della Egan che, per la natura intrinseca di Twitter, costringe i lettori a leggere il testo a ritroso.

Per fare letteratura su Twitter occorre pensare un nuovo genere letterario che abbia struttura narrativa che si adatti alle caratteristiche intrinseche dello strumento. Un racconto, una storia fatta di sequenze autonome, indipendenti e compiute. Occorrerebbe applicare alla letteratura ciò che caratterizza i format televisivi seriali, costruire delle mini storie autonome e trasversali nello stesso tempo. Ciò permetterebbe al lettore di fruire dell’episodio singolo e se vuole della storia che si sviluppa quotidianamente in senso trasversale.

La poesia per la sua intrinseca natura può sposarsi senza troppe complicazioni col social network, purché conservi il dono della sintesi.

Una nuova frontiera per la letteratura? Un nuovo stimolo per creare generi letterari? Secondo me, sì!

Al di là della propria posizione relativamente alle forme di scrittura nate tra i cinguettii è innegabile il ruolo del social network nel panorama editoriale.

Twitter è uno spazio dove ci si confronta molto sulla letteratura, è la versione social dei caffè letterari, è lo spazio dove la conversazione su opere e autori si sviluppa quotidianamente. E se gli editori svolazzano e cinguettano per presentare i nuovi testi, gli scrittori e i lettori si muovono con grande disinvoltura tra i cinguettii per confrontarsi su autori e testi.
Un nuovo spazio per aprirsi al confonto, per parlare di letteratura e fare letteratura.
Tonia Zito

 

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