Invadere il proprio territorio di parole è quello che sta facendo Vi piace? Scrittura ad alta voce, un festival letterario, nato ad Alessandria e intenzionato a trovare altri luoghi e altri spazi di coinvolgimento, per perseguire l’obiettivo dei suoi fondatori: promuovere la lettura, partendo dalla condivisione delle idee e delle opere letterarie. Abbiamo incontrato una delle sue anime, Claudio Braggio, che si racconta e ci racconta come è nata l’idea.
Chi è Claudio Braggio e che cos’è Vi piace? Scrittura ad alta voce?
Le note autobiografiche sono sempre una difficile scelta, ma dopo una ventina di sceneggiature di cortometraggi, documentari, videoclip e un lungometraggio in uscita nel marzo 2013 posso affermare di essere uno sceneggiatore (e un drammaturgo, considerando alcune escursioni nel teatro). Inoltre di tanto in tanto trovo le condizioni e gli aiuti necessari per creare eventi culturali, di cui l’ultimo in ordine di tempo è il microfestival letterario e poetico “Vi PIACe?” (così nella grafia originaria), nato in Alessandria al circolo l’Isola Ritrovata già sede riconosciuta dei migliori cantautori italiani, quelli che partecipano al prestigioso festival curato dal Club Tenco per intenderci, che a turno animano tutti i sabato sera del circolo.
Come nasce e quanto è stato difficile cominciare a muovere i primi passi? Chi ti accompagna in questa avventura?
L’originale formula “microfestival” è stata ideata per far risaltare il legame che insiste fra tutti gli avvenimenti dedicati a poesia e letteratura (per il futuro vorremmo anche cinema e teatro), che vengono sparpagliati nel corso dell’anno, ogni primo venerdì del mese, ma non soltanto. Il plurale comprende Franco Galliani, che con me regge lo spettacolo sul palco, e Mariuccia Nespolo che coordina il dietro le quinte, ma occorre anche tener conto del prezioso e costante apporto di Lia Tommi, Carla Nespolo, Ezio Poli e con loro spesso si aggiungono altri volontari. Alla prima uscita, nell’ottobre 2011, avevamo pensato a un appuntamento più intimo, quasi da club di lettori, ma le richieste del pubblico ci hanno spinto a creare uno spettacolo più articolato.
Da dove viene l’idea di coniugare poesia e spettacolo?
Le presentazioni di libri e autori organizzate nel modo classico sono noiose. In passato sono stato coinvolto come intervistatore e ho organizzato innumerevoli presentazioni, ma se l’autore è troppo pieno di sé oppure non ha la capacità briosa di stare sul palco riesce a rovinare in modo efficace il proprio scritto. Inoltre, per raccontare di sé e di una propria opera, riteniamo che un quarto d’ora sia sufficiente. Al pubblico dei lettori importa soprattutto quel che è scritto, quindi ci è sembrato naturale organizzare serate sul modello delle rassegne di cortometraggi, così gli autori si avvicendano sul palco senza che vi siano tempi morti, imbarazzanti silenzi, balbettii, incertezze. Poesia, ma anche letteratura e saggistica sono forme di spettacolo, non soltanto perché le facciamo leggere ad alta voce, altrimenti alimentano la noia e smettono di attrarci.
Come si strutturano le serate? Quali i prossimi appuntamenti?
Il modello principale assorbe esperienza e riceve consigli da parte di autori partecipanti e pubblico, quindi è in costante evoluzione. Ormai è diventata tradizione la Cena degli Scriptori sopra la Nebbia (indispensabile prenotare perché ci ritroviamo sempre col tutto esaurito). Alle 21,30 precise, Franco e io scaldiamo il pubblico con un prologo (ciascuno legge ad alta voce un racconto, una poesia, un brano da un saggio in genere su un tema scelto spaziando dall’erotismo all’olocausto), segue una prima breve intervista con il primo ospite autore di un libro edito, si procede con la lettura ad alta voce da parte di autori inediti (da otto a dodici), si preannuncia la chiusura con la seconda breve intervista e nel contempo il pubblico segnala con un solo voto dato per iscritto quale brano letto nella parte centrale abbia apprezzato di più. Dovremmo concludere con la proclamazione del vincitore della serata, ma il condizionale è d’obbligo, perché abbiamo sempre un bis con ospiti diversi: un attore con un pezzo del suo ultimo spettacolo oppure la lettura di poesie in dialetto alessandrino e altro. Gli autori possono chiedere di partecipare e per le date precise degli appuntamenti anche i lettori si possono iscrivere al gruppo microfestival Vi Piace? oppure chiedermi l’amicizia su Facebook e provvederò all’inserimento: quelle certe sono 1 febbraio quindi gli altri primi venerdì del mese ovvero 1 marzo, 5 aprile, 3 maggio e la finale 7 giugno 2013; non dimentichiamo però che dal 18 gennaio ci sarà il Vi PIACe? fuorisacco che non avrà cadenza simile.
Vi sono altre iniziative che orbitano intorno a questa?
Venerdì 18 gennaio partirà il programma parallelo denominato “Vi PIACe? fuorisacco” con una periodicità pressoché mensile (potrebbe non esserci tutti i mesi) con la particolarità di essere a tema e animato unicamente da ospiti espressamente invitati. Infatti inaugureranno il percorso i poeti della silloge collettiva “Poesia in Piemonte e Valle d’Aosta” curata da Emanuele Spano e Davide Ferreri per Puntoacapo Editrice (fra loro figurano Giorgio Bàrberi Squarotti, Guido Ceronetti, Sandro Gros-Pietro, Angelo Lumelli, Tiziano Salari, Mauro Ferrari, Paola Mastrocola, Luisa Pianzola, Silvia Caratti, Tiziano Fratus, Federico Italiano, Enrico Marià, Flavio Santi, Brunella Pelizza, Valeria Rossela, Carlo Molinaro, Andrea Temporelli, eccetera). Stiamo per avviare anche un percorso maggiormente dedicato alla riflessione, dove gli autori saranno invitati a esprimersi nel corso di brevi non-conferenze e l’abbiamo denominato “Monferrato Artisti&Scrittori Festival” che avrà cadenza forse semestrale, ma questo lo capiremo dopo le giornate di venerdì 1 e sabato 2 febbraio, sempre ad Alessandria (non soltanto all’Isola Ritrovata, perché ci avvarremo di ulteriori collaborazioni). Il primo tema che affronteremo sarà quello del lavoro (sognato, conquistato, sofferto, desiderato, sparito, dimenticato, evocato, immaginato, difeso, rubato, evitato, idolatrato, meritato, solidale, sperimentato, eccetera, eccetera).
Che futuro prevedi per Vi piace? Scrittura ad alta voce? Un sogno nel cassetto? Un momento che ti ha emozionato o che pensi possa emozionare?
Al momento il futuro del microfestival è in fase di attuazione. Le formule debbono essere sempre adeguate, riformate, risistemate altrimenti si logorano e ora l’evoluzione si prospetta come creazione di una piccola rete di “microfestival”, considerando un sistema più ampio di scambi (come già avviene con la “Battaglia dei Poeti” che si svolge annualmente a Castellazzo Bormida, in provincia di Alessandria, curata da Walter Zollino e Flavio Fracasso). Per quanto riguarda il sogno, se riferito al microfestival, è quello di aggiungere un percorso teatrale e uno cinematografico (in cui sempre comprendo il documentario, certo). Sull’emozione, credo proprio il momento peggiore e nel contempo quello migliore sia rappresentato dall’entrata in scena, ogni volta, perché dal palco vedi il pubblico e mentre ti si chiude lo stomaco pensi già da subito “e ora, come mi cavo d’impaccio?” Confido che mai venga meno quest’emozione essendo un valido aiuto per non esagerare mai nel corso della serata (che dura tre ore senza interruzione), divertendo sempre.
In che modo gli autori interessati possono partecipare? E quali sono stati i feedback per coloro che hanno partecipato?
Gli autori, ma anche il pubblico, possono segnalare il loro interesse chiedendomi amicizia su facebook oppure scrivendomi a cbraggio(at)yahoo(.)it oppure presentandosi all’Isola Ritrovata. Il gradimento lo percepiamo in ogni serata, perché il pubblico attende un intrattenimento di un paio d’ore, ma non se ne va prima di mezzanotte e mezza. I lettori non soltanto tornano, ma addirittura fanno “buona stampa” con amici e appassionati e il gruppo si infoltisce sempre di più (un processo lento comunque, perché gli eventi culturali sono pur sempre di nicchia). Mi piace ricordare che un buon numero di loro giunge da fuori provincia e altri da fuori Piemonte, pur se questi ultimi non riescono a partecipare a tutte le serate.
Il vostro microfestival si inserisce nel mondo della scrittura, un campo perennemente in crisi, eppure irrinunciabile. Quali scenari futuri prevedi per autori, scrittori ed editori?
L’impegnativa intervista giunge al momento tanto temuto e perciò atteso come inevitabile. Un paio d’anni fa ho organizzato una serie di incontri provocatori denominati “Lo scrittore è in estinzione?” perché nella nostra contemporaneità aumentano a dismisura quelli che scrivono e nel contempo si stanno smarrendo gli artigiani del mestiere (esattamente come accade per ciabattini, idraulici, falegnami, eccetera). Le scuole di scrittura potrebbe offrire una buona reazione a questa fase di declino a patto che a tenerle siano solamente quanti scrivono e pubblicano (o mettono in scena o di cui vengono girate le sceneggiature, altrimenti non vale). Si faccia come nello sport allena chi ha praticato quello disciplina a buoni livelli e soltanto dopo aver seguito un percorso formativo degno di questo nome. Gli improvvisati generano solamente danni, in tutti i settori. Vero è che il pubblico un poco seleziona, tuttavia il cosiddetto mercato non ha alcun meccanismo di autentica regolazione della qualità e l’offerta è frantumata oppure sostenuta da poderosi impegni pubblicitari mossi a far credere quale sia il gusto corrente. Se posso esprimere un desiderio, mi piacerebbe sorgesse qualche scuola per diventare editori da affiancare a quelle (le ottime sono pochissime) di scrittura.
La letteratura ha ancora qualcosa da dire?
La letteratura è una forma espressiva artistica, al pari di tutte le altre non ha contenuti o esplicitazioni di gusto perché si tratta di tecniche a cui l’esperienza, la scelta, la capacità e in taluni casi anche il talento dell’autore conferisce particolarità capaci di renderla attraente. Sono piuttosto gli autori a doversi domandare ogni volta se hanno davvero qualcosa da dire.
Per concludere, la nostra domanda di rito: c’è una frase che ti è piaciuto scrivere più di tutte? Se sì, quale e perché?
Una brevissima poesia. “Scivolo / fra le pieghe dei sentimenti / spalmandomi / sulla fossa biologica / dell’amore” dalla silloge “Il lato buffo del poeta” che ha avuto la ventura di esser stata declamata in molte occasioni da attrici e attori, e uno di questi lo ha fatto il 2 aprile 2004 dai microfoni della trasmissione radiofonica Caterpillar di RadioDue (alle 18,25 in diretta dalle poste centrali di Genova). In quell’occasione pubblico e conduttori hanno “fatto buio” (che i radioascoltatori percepiscono come silenzio) per un minuto perché ridevano e poi hanno cercato di creare un dibattito interrotto da risate mal soffocate. Ecco, offrire divertimento è la risposta a cui si dovrebbe tendere quando si scrive.
Un messaggio per i lettori di Connessioni Letterarie?
Offro lo stesso consiglio che i miei grandi maestri (fra loro voglio ricordare almeno Furio Scarpelli, Riccardo Pazzaglia, Mario Verdone) mi hanno regalato: per scrivere occorre applicare alcune semplici regole ovvero leggere, leggere e poi ancora leggere; poi se hai ancora voglia di scrivere devi ricordarti di cancellare, cancellare e poi ancora cancellare. Vedrai che comunque dopo sarà divertente, ma non soltanto per te.
Maria Mancusi