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Dumpster: il professore che vive nel cassonetto

Scritto da Tonia

Due anni fa, Jeff Wilson, professore di scienze ambientali alla Huston Tillotson University in Texas, era seduto a Starbucks revisionando un articolo di giornale, quando guardando fuori dalla finestra ha avuto un’illuminazione.

I looked out the window into the parking lot and saw an eight-yard dumpster and had some sort of strange flash that I was definitely moving into a dumpster.

Non appena il contratto di locazione del suo appartamento è scaduto il professore ha messo un annuncio su Facebook mettendo in vendita mobili, vestiti, elettrodomestici e tutto ciò che era nel suo appartamento al costo di 1$ a pezzo.

In un batter d’occhio la sua casa si è svuotata. Il professore ha passato i successivi sette mesi a dormire segretamente sul pavimento del suo ufficio nascondendosi dal personale delle pulizia e dagli agenti di sicurezza per portare avanti il suo progetto, il progetto Dumpster, approvato dall’università come esperimento educativo per vivere a basso impatto ambientale.

Jeff Wilson, conosciuto ora come professor Dumpster, vivrà per un anno in un cassonetto dell’immondizia. Un esperimento senza precedenti, una sfida che vuole dimostrare che si può vivere in modo essenziale sfatando il consumismo USA.

Uno spazio ridotto, tre metri e mezzo quadrati corrispondenti al 1% della superficie media delle case costruite negli USA nel 2011, sarà il regno del professor Wilson per 365 giorni. Attraverso un blog e una serie di eventi pubblici il professore vuole coinvolgere gli studenti, i cittadini per raccogliere idee su come trasformare una scatola di lamiera in un’abitazione ecosostenibile a zero impatto ambientale.

Nella sua bizzarra impresa il professor Dumpstes sarà sostenuto da un team di esperti Liz Ogbu, un’esperta in design sostenibile, Vanessa Svihla, specializzata nell’educazione per la scienza e la tecnologia, Barbara Brown Wilson, ricercatrice in educazione alla sostenibilità, Rich Corsi, ingegnere ambientale e Les Shephard, esperto di acqua ed energia.

In un primo momento, però, la vita non sarà né buona né sostenibile. L’unità abitativa sarà igienizzata e messa in sicurezza, ma non avrà fronzoli. Con la sua equipe trasformerà l’unità in una casa sostenibile modello dove l’energia sarà prodotta attraverso i pannelli solari, dove attraverso un sistema di filtraggio saranno disponibili 18 litri di acqua al giorno, dove non ci sarà produzione di rifiuti.

Un vero e proprio laboratorio dove gli studenti studieranno come realizzare un’alta efficienza energetica a basso impatto ambientale.

L’obiettivo finale è quello di portare la sostenibilità al centro della esperienza universitaria attraverso un esperimento che apre un dialogo sulla buona qualità della vita anche in uno spazio ridotto.

Mentre il progetto avrebbe potuto essere centrato intorno a un grande contenitore di carico o di una piccola casa, abbiamo deciso il cassonetto. Un cassonetto è il simbolo perfetto per presentare i temi in materia di rifiuti e il consumo in maniera coinvolgente. È strano. È divertente. Ottiene le ruote della fantasia di svolta

Tonia Zito

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