Attualità Cultura e società

Quando il corpo si smembra

Scritto da Tonia

Percepiamo il nostro corpo come un organismo perfettamente funzionante e capace di far fronte a ogni tipo di attacco. Un corpo che reagisce e combatte non appena il suo equilibrio viene a mancare. Siamo abituati a pensarci come esseri sani, destinati alla salute.

Quando la malattia si impossessa del nostro corpo smettiamo di essere persone. Sembriamo quasi trasformarci in automobili che hanno bisogno del gommista per sistemare le gomme, dell’elettrauto per gestire il circuito elettrico, del meccanico per interpretare i guasti del motore. E il corpo si smembra: da organismo unico autopoietico si trasforma in una massa di pezzi incapaci di ricreare l’equilibrio, in una massa di organi separati ripondenti al proprio microequilibrio, alle proprie regole.

La malattia finisce per destabilizzare anche i più temerari. Il sistema sanitario putroppo non aiuta, costringe il malato a confrontarsi con differenti specializzazioni mediche per comporre il puzzle della sua diagnosi. E così, egli passa i giorni a rincorrere specialisti, esami diagnostici, pratiche burocratiche, come una pallina da ping pong salta da un edificio all’altro sperando di ottenere delle risposte.

Al malato si chiede di gestire la sofferenza fisica e mentale, di sopportare le eventuali “umiliazioni” che subisce durante gli esami clinici, si chiede di avere la forza di sentirsi un unico corpo anche se questo viene costantemente smembrato in organi, parti di un tutto che vanno analizzate singolarmente.

Quando si diventa malati si smette di avere un unico referente poichè è necessario rivolgersi a infiniti medici con infinite specializzazioni. E quando si perde il controllo del proprio corpo questa specializzazione disumanizza, annienta. Purtroppo quando la patologia condiziona l’esistenza in maniera totalizzante doversi rapportare a specialisti differenti diventa poco sostenibile per chi ha perso la propria stabilità, la propria consapevolezza di essere un unico organismo.

Il malato si disumanizza, giorno dopo giorno frammenta il suo corpo, la sua anima. È come se il corpo diventasse altro da sè, è come se si trasformasse in un nemico da combattere.

Una lotta dura, estenuante, a volte insostenibile che può essere allegerita se non si viene lasciati da soli durante il combattimento.

Non sempre il malato ha degli alleati che lo sostengono. Quando è fortunato al suo fianco i familiari e l’equipe medica lottano con lui, quando è solo si batte con le sue forze.

Nell’era della prevenzione, nella società del benessere non si potrebbe pensare una struttura che possa allegerire la condizione dell’essere malato? Un contesto dove questi possa evitare di saltare da un edificio all’altro come una pallina impazzita, dove possa trovare quel minimo di sicurezza che gli permetta di vivere in maniera più rassicurante il dolore e la sofferenza? Una sorta di ambulatorio interdisciplinare, dove le varie
specializzazioni non si confrontano una tantum, quando il caso è complicato, ma vanno a bracetto sostenendo il malato nella gestione della malattia. Un luogo che possa rassicurare, che faccia sentire il malato non come una massa di organi scollegati e mal funzionanti ma come una persona che ha ancora voglia di lottare per la sua salute.

Tonia Zito

Immagine  Otai

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Utilizziamo i cookie di terze parti per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. Leggi l'informativa estesa

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi