Cultura e società

Un vecchio zaino

Scritto da Tonia

Ciao, vecchio zaino della Germania, come stai?
Ne è passato di tempo.
Te ne sei stato buono buono relegato in soffitta per così tanti anni, e ora eccoti qui. Hai visto scendere dalla mansarda la tracolla per Cipro, il trolley per la Giordania, le valige per la Francia e nel frattanto tu stavi solo soletto a prendere polvere. Non è stata colpa tua. O almeno è questo quello che mi ripeto.

Inizio a mettere i calzini pesanti per l’inverno berlinese nel vano principale. Chissà perché parto sempre dai calzini. Al terzo paio mi fermo. Lo spazio non basterà, è lampante, neanche portandoli stesi e stirati come faccio sempre. Mi piace questo zaino. Ogni scomparto è doverosamente separato dall’altro. Ogni cosa è pensata per la sua destinazione finale. Se i calzini fossero stati più corti sarebbe stato perfetto. Ma non sono più corti. Sono calzini lunghi invernali. Violerò ogni sacrosanta regola e non inizierò dai calzini, ci penserò poi. Partirò dalle mutande. Ecco le mutande ci stanno tutte.

D’un tratto lo sguardo mi cade su uno zaino nuovo. Non è mio. È un oggetto di scena per uno dei miei video. Lo guardo e lo riguardo. Con fare furtivo mi avvicino facendo finta di ignorarlo. Poi lo agguanto. Lo alzo per guardarlo tutto. È grande, capiente, ma sufficientemente piccolo da essere considerato bagaglio a mano. Butto uno sguardo nostalgico al vecchio zaino della Germania. Quante cose ho fatto con quello zaino. Mi vengono in mente un albergo alla periferia di Berlino, le lacrime a una sperduta stazione della Sassonia, un cappello da cowboy e i miei guanti arancioni senza dita. Sarebbe perfetto, solo se:
i calzini fossero più corti
i pile meno voluminosi
i pullover meno ingombranti
la Germania fosse più calda
i bagagli a mano potessero essere più di uno
potessi violare il principio di incompenetrabilità dei corpi

Sembra una battuta, ma lo è meno di quello che sembra. La mia vita ai tempi dei miei viaggi in Germania era proprio così. Perfetta, solo se accettavo qualche piccolo compromesso, un numero sempre crescente di compromessi, fino al punto di averne alcuni assolutamente irreali. Forse dovremmo sempre fare così. Dovremmo accettare il fatto che il nostro bagaglio a un certo punto si fa troppo ingombrante e certe valigie, semplicemente, non possono contenerlo più.

Travaso tutto nel nuovo zaino. Se sono fortunato il proprietario non lo saprà mai. Se sono sfortunato dovrò inventarmi qualcosa. È la mia frase preferita, ogni qual volta che sto per fare una puttanata mi ripeto “mi inventerò qualcosa”.

Mentre carico il nuovo amico capiente mi travolge l’entusiasmo delle cose nuove. Quante tasche, quanti posti intelligenti per mettere le cose. Guardo il vecchio zaino, ora che ufficialmente non verrà con me. E noto cose che prima non avrei mai notato. Il colore, le condizioni, la forma, non mi sarebbe stato neanche bene addosso. Non starebbe bene con il mio cappotto, con le mie scarpe, con la mia cintura. Perché? Perché la verità è che un ragazzo di ventidue anni faceva il pendolare con la Germania, un ragazzo alquanto saccente sulla vita e che invece stava appena iniziando a imparare qualcosa. E ora c’è un quasi trentenne che ruba un oggetto di scena e sorride al pensiero che ancora non sa granché della vita e spera di rimanere in questa ignoranza ancora per un bel po’.

Porto lo zaino della Germania al suo posto, nel vecchio scatolo in mansarda. Lì vedo un grande borsone nero. Ecco quello sarebbe perfetto. Ma forse no. È ancora più capiente. Ci entrerebbe molta più roba e per il momento non ho un bagaglio così voluminoso, o almeno, non per questo viaggio. Il borsone è lì da sempre. Bello, ancora integro e intonso come la prima volta che me lo regalarono, ma non è ancora il suo momento, manca ancora qualcosa, probabilmente un viaggio più lungo e una destinazione più remota.

Non abbiate fretta. Ogni viaggio ha la sua borsa e il momento giusto per essere utilizzata, e soprattutto non provate a mettere il vostro bagaglio in borse troppo grandi o troppo piccole, bisogna provare un po’, ma alla fine tutto trova il suo posto…

O al limite potete rubare un oggetto di scena.

Vittorio Lauro

Immagine di BioHazardSystem

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