Cultura e società

Cuori infranti digitali

Scritto da Maria

Quando finisce un amore, il cuore infranto si avvia verso un percorso di dimenticanza fatto di tappe ben delineate e definite. Pagine e pagine di letteratura si sprecano sull’argomento. Chi non ha letto questi versi di Neruda?

… se a poco a poco cessi di amarmi

cesserò d’amarti a poco a poco.

Se d’improvviso

mi dimentichi,

non cercarmi,

ché già ti avrò dimenticata.

[…]

Ma

se ogni giorno,

ogni ora

senti che a me sei destinata

con dolcezza implacabile.

Se ogni giorno sale

alle tue labbra un fiore a cercarmi,

ahi, amor mio, ahi mia,

in me tutto quel fuoco si ripete,

in me nulla si spegne né si dimentica,

il mio amore si nutre del tuo amore, amata,

e finché tu vivrai starà tra le tue braccia

senza uscire dalle mie.

Anzi è proprio nel momento in cui si decide di archiviare nella mente tutti i ricordi, di sbarazzarsi concretamente degli oggetti che riconducono alla persona amata che un amore finisce. Il cuore non è un interruttore, quasi mai il momento dell’abbandono coincide con l’esaurirsi della tensione sentimentale, del desiderio del contatto con quella persona. E, contrariamente a quello che solitamente si pensa, dimenticare è un percorso a ostacoli sia per chi lascia che per chi viene lasciato. Da cosa si comincia? Probabilmente dagli oggetti che, disseminati per casa, fanno sovvenire i momenti felici trascorsi, le occasioni per cui furono messi proprio in quel posto e non in un altro. Poi si passa a strappare o a conservare in un luogo ben riparato foto, lettere, perché no, indumenti. Ma non bisogna pensare, che, a questo punto della epurazione il più sia fatto. Almeno non oggi. Almeno non da quando i cuori infranti sono diventati cuori infranti digitali.

Se i primi passi, quelli diremmo “classici o canonici” sono stati più o meno semplici, il percorso di morte digitale di quell’amore sembra tutt’altro che scontato.  Cancellare foto, post e frasi che rievocano i bei momenti di coppia, pur volendo non tener conto della difficoltà tecnica di eliminare tutti i post, presenti e passati, infatti non garantisce che essi non ritornino a galla, quando uno meno se lo aspetta, poiché pur cancellando scatti e pensieri, se questi sono stati condivisi, sono ormai in circolo e potenzialmente sono destinati a perseguitare coloro che sono stati lasciati. Del resto anche chi non subisce la separazione, ma la decide, soffre e sa bene che parole e immagini ormai disseminate nel cyberspazio potranno tornare a fare capolino, magari nei momenti meno opportuni. Anzi forse i cuori infranti potrebbero consolarsi con questa costatazione: anche colui che li ha respinti non potrà togliersi di torno tanto facilmente il loro ricordo, e magari qualche volta la persona che ve l’ha portato via dovrà fare i conti con la vostra ombra cybernetica!

A parte strapparvi un sorriso, vogliamo affrontare la questione, principalmente, da un punto di vista psicologico: nell’amore ai tempi dei social network si ha maggior resistenza a cancellare e mettere in soffitta, perché la valenza di gruppo di questo processo rende l’elaborazione della fine di una relazione più ardua e soprattutto perché questo malloppo di ricordi è in rete l’identità di una persona. Cancellare i propri post, cancellare gli stati, significa cancellare quello che per la comunità di facebook si è stati in un determinato momento. Equivale cioè a rinnegare se stessi e a farlo non nella propria intimità, ma al cospetto di un nutrito gruppo di persone che ci “spiano”, pur non sempre nel senso negativo dell’atto. Senza contare che resistere alla tentazione di cancellare per sempre una persona dal proprio cyberspazio potrebbe anche avere una valenza diversa, potrebbe infatti costituire l’ultimo baluardo di un orgoglio ferito che non vuole dimostrare a tutti di essere stato colpito. Morale della favola? Probabilmente una: dimenticare l’amore ai tempi dei social network pare essere un’operazione più complessa rispetto al passato, perché gli stati divengono veicoli di sentimenti che una volta lasciati nella rete potrebbero durare molto più di quello che gradiremmo.

Maria Mancusi

Contenuto non disponibile
Consenti i cookie cliccando su "Accetta" nel banner"

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Utilizziamo i cookie di terze parti per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire le funzioni dei social media e analizzare il nostro traffico. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all’uso dei cookie. Leggi l'informativa estesa

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi