Cultura e società

Dove finisce l’amore?

Scritto da Maria

Dove finisce l’amore? Ve lo siete mai chiesti? Non quelli estivi, ovviamente. Nemmeno quello tra uomo e donna. Dove finisce l’Amore, l’amore in senso assoluto, quello che scandisce le nostre giornate, quello per cui ha senso vivere, quello che inseguiamo fino all’ultimo respiro in ogni giorno, in ogni persona, in ogni luogo, in ogni cosa che cominciamo a fare? Allora ve lo siete chiesti?

Dove credete che vada perso, se:

i figli omosessuali scelgono il suicidio perché la loro diversità è motivo di scandalo,

i ragazzi preferiscono morire perché diventano bersagli degli amici con cui prima condividevano le esperienze della vita,

gli uomini uccidono le donne che hanno amato,

i fratelli disconoscono fratelli per motivi economici o futili,

gli insegnanti posso dire “oggi non mi va poi lo faccio”,

gli ingegneri si giustificano con “ma sì, il progetto può andare anche così”,

le madri sanno offrire al primo vagito dei figli i rifiuti di un cassonetto,

i sacerdoti sono capaci di prestarsi a carezze o attenzioni ingannevoli,

gli uomini e donne rendono invisibili i loro compagni, perché il tempo porta via la cura che si aveva per essi,

i medici si negano al loro lavoro con un “ma non dovevate venire in ospedale, aspettavate alcuni giorni, se il dolore dopo la caduta non passava…”,

qualcuno è capace di avvelenare il mondo e se stesso per denaro.

Amori senza amore. Perché ci si dimentica dell’altro, che dovrebbe essere come noi vorremmo, perché si prende in odio la vita che promette senza dare, perché tante volte non siamo davvero più quello che avevamo scelto di essere, perché diventa più facile non fare. Allora, nulla ha più senso, nemmeno l’amore di cui ci riempiamo la bocca, né quello per un/una compagno/a, né quello per un figlio, né quello per un lavoro, né quello per la vita.

Dove, quindi, finisce l’amore dell’uomo per l’uomo? Nelle parole. Nelle parole delle prediche, nelle parole dette e, soprattutto, in quelle non dette. Ecco il delitto: tacere l’Amore, soffocarlo in noi stessi e nei nostri giorni, al punto da non ricordare nemmeno da dove era venuta la passione che ci aveva uniti a un sogno, un progetto, una persona, un lavoro. E non sapere dove finisce l’amore equivale a non sapere dove comincia la vita.

Per dirla con le parole di Osho Rajneesh:

Il problema più grande che l’uomo moderno si trova ad affrontare è che la mente è fin troppo coltivata, mentre il cuore è del tutto trascurato; non solo è trascurato, ma è anche biasimato: non è permesso vivere emozioni, le devi reprimere.

L’uomo emotivo è giudicato debole, l’uomo sensibile è giudicato infantile, immaturo. L’uomo di cuore non viene considerato contemporaneo, ma primitivo. Le condanne dei sentimenti e del cuore sono così tante che si diventa timorosi dei sentimenti e, poco a poco, il cuore viene completamente evitato, si va direttamente alla testa. A poco a poco il cuore diventa un organo che pompa sangue, tutto lì.

Maria Mancusi

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