Tecnologia, globalizzazione, migrazione, speranza, sogno, povertà. Un gruppo di migranti sbarcati sulla spiaggia di Gibuti, nel corno d’Africa, cerca il segnale di un operatore telefonico Somalo. Un segnale che permetta loro di comunicare alle famiglie che ce l’hanno fatta, che hanno superato il viaggio, che hanno raggiunto la meta. Una foto emblematica che racchiude le problematiche del nostro tempo. L’era della tecnologia, della precarietà, della migrazione dalle terre povere alle terre incerte. È la foto di John Stanmeyer vincitore del World Press Photo 2014, la manifestazione internazionale di fotogiornalismo, giunta alla sua cinquantasettesima edizione.
Circa 5000 sono stati i fotografi professionisti che hanno partecipato al concorso, 53 i premiati.
Le foto che hanno ottenuto riconoscimenti mostrano una realtà devastata. Scenari di ordinaria violenza caratterizzano gran parte delle immagini: guerre, disastri ambientali, incidenti sul lavoro, violenza domestica, terrorismo, massacri gratuiti, solitudini, sofferenza, dolore.
Immagini forti, a volte violente, abbagliano la vista restituendo una realtà dove troppo spesso l’uomo distrugge, uccide, provoca sofferenza: il soccorso ai feriti per l’agguato alla maratona di Boston, l’ultimo abbraccio dopo il crollo di Rana Plaza, il massacro nel centro commerciale Westgate di Nairobi, il crollo di Rana Plaza a Savar, i rifugi improvvisati nella palestra di una scuola per accogliere gli sfollati del conflitto in Siria, la solitudine di una bambina in una stanza dell’orfanatrofio in cui vive, i cadaveri bendati sospesi a una parete per lasciare un messaggio ai cartelli della droga in Messico, la non curanza della malattia mentale nelle zone di crisi, il triste commiato a Abu Layth, tenente ventiquatrenne dell’esercito siriano ucciso in un agguato all’altro capo del paese, i rifiuti galleggianti tossici della miniera di rame KGHM Polska Miedz.
Eppure non manca la speranza, il coraggio di andare avanti nonostante tutto. I sopravvisuti al Typhoon Haiyan nelle Filippine centrali non smettono di avere fiducia e proseguono il loro cammino con l’aiuto della fede, una donna senza permesso di viaggio attraversa un tunnel sotterraneo tra Gaza e l’Egitto per recarsi a una festa, Bobby Henline sfigurato dallo scoppio dell’humvee in cui viaggiava in Iraq, usa la sua ironia per sostenere gli altri soldati feriti, Hannah e Alena di Merkenbrechts spensierate trascorrono il loro tempo a giocare all’aperto, un uomo sceglie di vivere come eremita in un’area naturale, i puma, specie a rischio, sopravvivono attraverso una pacifica convivenza con la popolazione, le colonie di Urie sorvolano unite la Norvegia nord-orientale, i lupi temerari attraversano il deserto di neve nel nord-ovest della Cina, un bonobo si riposa dopo un pasto abbondante.
Per chi avesse voglia di vederle, le foto del World World Press Photo 2014 sono esposte fino al 23 maggio al Museo di Roma in Trastevere.
[Le fotografie, nel rispetto del diritto d’autore, sono riprodotte per finalità di critica e discussione ai sensi degli artt. 65 comma 2, 70 comma 1 bis e 101 comma 1 Legge 633/1941.]
Tonia Zito