Cultura e società

Biblioteca Europea: al via l’online

Scritto da Maria

La digitalizzazione delle opere a stampa sta procedendo nel mondo con un ritmo impressionante. Da Google all’iniziativa lanciata da Robert Darnton (The Case for Books, 2009), da Gallica ad American Memory, centinaia di istituzioni grandi e piccole stanno procedendo a memorizzare ingenti patrimoni librari, spesso a libero accesso, altrettanto spesso con accesso a pagamento.

E sembra che sia la volta anche della Biblioteca Europea di Milano, che ha avviato la digitalizzazione delle sue collezioni e in particolare di circa 2000 volumi. La nuova biblioteca digitale europea di Milano si caratterizza per il suo carattere selettivo, interdisciplinare, multimediale, interconnesso. Ma facciamo un passo indietro: che cos’è la Biblioteca europea?

La Biblioteca europea (The European Library) è un servizio che offre l’accesso attraverso Internet alle risorse di 45 biblioteche nazionali europee. Le risorse, sia digitali che tradizionali, includono libri, riviste, giornali e altro materiale. È possibile ricercare e scaricare materiali digitali: alcuni gratuiti, altri a pagamento. Nel contempo è un consorzio di quelle biblioteche nazionali che hanno sviluppato e mantengono questo servizio.

Il servizio venne creato in cooperazione da 9 biblioteche nazionali e dal CENL (Conference of European National Librarians) nell’ambito del progetto TEL (The European Library: Gateway to Europe’s Knowledge). Il progetto è durato dal 2001 al 2004 e venne finanziato dal quinto programma quadro della Commissione europea. Le biblioteche nazionali coinvolte nel progetto furono quelle di Finlandia, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Slovenia, Svizzera e Regno Unito.

Il servizio TheEuropeanLibrary.org venne lanciato il 17 marzo 2005, quando erano ricercabili sul portale le collezioni di 19 biblioteche nazionali, con accesso alle collezioni di altre 21 biblioteche nazionali tramite hyperlink. Le biblioteche nazionali di Austria, Croazia e Serbia si sono unite al servizio nel 2005. Il 1º gennaio 2006 le biblioteche nazionali di Estonia e Lettonia, così come la Biblioteca reale danese, divennero a tutti gli effetti membri del consorzio. Il 1º luglio 2006 anche le biblioteche nazionali della Repubblica Ceca e dell’Ungheria si unirono alla Biblioteca europea.

In futuro la Biblioteca europea diventerà il portale principale di tutte le risorse elettroniche di 45 biblioteche nazionali europee. In un comunicato stampa del 2 marzo 2006 la Commissione europea ha affermato che la Biblioteca europea fornirà l’infrastruttura per la Biblioteca digitale europea, un servizio comune per accedere alle collezioni di tutti i principali possessori di patrimoni digitali (biblioteche, archivi e musei) in Europa.

La Biblioteca europea di Milano entra in questa rete di biblioteche nazionali.

Il progetto di costituzione risale al 1996 e ha seguito varie fasi fino al 2011 e ancora non ha visto la sua conclusione. La Biblioteca Europea di cultura e informazione (Beic) dovrebbe sorgere nell’area di Porta Vittoria a ciò destinata da anni dal Comune di Milano. La Beic è stata approvata dal Parlamento con l’assegnazione di una prima tranche di finanziamenti finalizzati all’elaborazione del progetto dell’architetto Peter Wilson e alla costituzione di una prima parte del patrimonio librario e digitale. Si attende che il governo includa la costruzione della Biblioteca tra le infrastrutture finanziate dal Cipe, forse in una dimensione fisica ridotta, dato il particolare momento.

La Beic si propone come un modello nuovo di biblioteca. Intende rivolgersi all’intera comunità metropolitana e in particolare a quanti sono portatori di bisogni di informazione e cultura di carattere generale ma non banali, di livello elevato ma non specialistici. Alla BEIC può ricorrere chiunque abbia un bisogno informativo: il giovane e il comune cittadino di qualsiasi età che sia mosso da una semplice curiosità o da un interesse legato all’attualità o alla sua vita quotidiana, ai suoi rapporti con la società civile e le istituzioni; lo studente che si avvii alla ricerca o che intenda coltivare alcuni settori di studio; lo studioso e il ricercatore che abbiano l’esigenza di ampliare lo spettro della propria ricerca oltre i rigidi schemi degli specialismi; i professionisti, gli imprenditori, i funzionari, i quadri dirigenti e quanti possano avere la necessità di documentarsi su un qualsiasi campo di attività o di aggiornare il proprio bagaglio di conoscenze professionali. Si intende sottolineare che la biblioteca è un “istituto della contemporaneità”, che non si rivolge solo a chi studia, ma a tutti e a ciascuno, alla società milanese e lombarda, alla città che lavora e produce, cercando di aderire a tutte le pieghe della domanda espressa e inespressa di servizi di accesso alla conoscenza. Come tutte le più grandi biblioteche del mondo, la BEIC si propone quindi di raggiungere fasce di pubblico più numerose e diversificate di qualsiasi altro servizio culturale. Non solo.

La nuova Biblioteca intende infatti riunire in sé, mediante una coerente programmazione delle sue scelte culturali e organizzative, i caratteri di una grande biblioteca di pubblica lettura con quelli di una biblioteca di ricerca di livello europeo, complementare rispetto alle biblioteche storiche e alle biblioteche universitarie quanto alle esigenze delle ricerche interdisciplinari, che sempre più costituiranno una via fondamentale per l’avanzamento delle conoscenze. Essa ha tra i suoi fini anche quello di costruire un efficace strumento di educazione alla lettura e un centro di servizi di formazione a distanza, in collegamento con le università e con le scuole in un circuito nazionale convenzionato con il Ministero dell’Istruzione, dell’università e della Ricerca.

Eppure la sua opportunità, insieme ai costi di gestione, in questi anni è stata spesso messo in dubbio, perché il futuro del libro sembra portare lontano dalla carta e un progetto non miope rispetto a questo processo avrebbe dovuto tener conto di questo, forse sorvolando sulla fisicità della struttura e dei volumi, proponendosi direttamente nella versione di biblioteca del futuro, ovvero biblioteca digitale. Ed è quello che sta accadendo negli ultimi tempi: la Biblioteca europea di Milano ha avviato la sua sezione digitale, contraddistinguendosi per il carattere selettivo e multidisciplinare delle sue collezioni. Sono stati identificati autori e opere in edizioni di pregio a cura di specialisti dei singoli settori disciplinari, attingendo per le digitalizzazioni a fondi di grandi biblioteche e a raccolte speciali italiane e straniere. In questo modo la Biblioteca digitale BEIC si propone di rendere liberamente accessibile un vasto complesso di opere tra le più importanti della cultura umanistica e scientifica, lungo un arco temporale che va dal mondo antico all’età contemporanea. Le opere saranno corredate da strumenti e percorsi multimediali per permetterne uno studio approfondito e interdisciplinare.

Ai primi duemila volumi seguiranno settemila altri volumi già in corso avanzato di approntamento, digitalizzati attraverso convenzioni con università e biblioteche italiane e straniere che li possiedono. Una serie di testi che non possono andare in rete (tra questi una magnifica raccolta di oltre tremila manoscritti giuridici medievali provenienti da duecento biblioteche europee) sarà consultabile in postazioni riservate, la prima delle quali presso l’università Statale di Milano, Sala Crociera.

Maria Mancusi

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