Attualità Cultura e società

La corrispondenza elettronica

Scritto da Tonia

Ieri si scrivevano lettere, oggi si digitano messaggi

Dai pennini alle bic fino ad arrivare alla tastiera di uno smartphone, di un tablet o di un computer la scrittura nel corso degli anni ha subito molte trasformazioni. Ieri si scriveva, oggi si digita.

Ieri si comunicava con missive, lettere, oggi la corrispondenza cartacea è quasi del tutto scomparsa per lasciare il posto a quella digitale.

Come cambia il rapporto con la scrittura?

Le email, i messaggi hanno senza dubbio intensificato gli scambi informativi ed epistolari ma hanno, allo stesso tempo, tolto intimità alla scrittura.

Frasi brevi, periodi concisi, pensieri sintetici caratterizzano la comunicazione moderna.

Con la simultaneità alla portata di tutti si è sviluppato un nuovo tipo di corrispondenza, la neopistolarità tecnologica che si esplica attraverso la posta elettronica, i messaggi, e l’instant messaging.

Si comunica l’instantaneità, la quotidianità. La corrispondenza si trasforma, non è più il frutto di un atto meditativo, ma diventa il prodotto di un pensiero fluido che si sviluppa nell’estemporaneità del susseguirsi di rapide azioni quotidiane. Si comunica di più ma in maniera meno meditata, si scrive in condizioni di scarsa concentrazione, durante una pausa, nell’attesa della metropolitana, si scrive ovunque per raggiungere chiunque.

La scrittura perde la sua sacralità, la sua solennità per spostarsi nella fluidità della vita che scorre. La corrispondenza diventa labile, effimera, la scrittura diventa un gesto quotidiano, immediato, non più legato all’intimità di un momento, ma correlato al succedersi degli eventi che minuto dopo minuto si susseguono. Il bisogno di comunicare trasforma la scrittura in un atto quotidiano, ordinario, come lavarsi i denti, vestirsi, nutrirsi, un gesto quasi inconsapevole che risponde al nostro bisogno di comunicare, un atto che da solenne si trasforma in una necessità.

Lo spazio ristretto degli schermi dei cellulari, degli smartphone, del tablet, lo schermo luminoso dei computer diventano i fogli bianchi, cui ogni giorno affidiamo i nostri pensieri, brevi, concisi, immediati, pensati per arrivare subito al dunque senza troppi giri di parole.

Se ieri l’idea di digitare su una tastiera era legata a un ambito puramente professionale, oggi questa azione diventa di ordinaria amministrazione. La tecnologia in qualche modo avvicina alla scrittura. La facilità con cui oggi si comunica spinge anche i più avversi a digitare i propri pensieri, seppur in modo breve e conciso, per condividere la propria quotidianità. Il desiderio di comunicare, che caratterizza la nostra era, tradotto in uno scrivere quotidiano determina un progressivo avvicinamento tra lingua scritta e parlata.

La comunicazione digitale modifica la scrittura superando i limiti della comunicazione scritta: si riproduce in maniera sensoriale una conversazione faccia a faccia, trasformando la comunicazione in un incontro virtuale. Un modo di scrivere che insiste su aspetti grafici e paragrafematici per creare l’incontro attraverso i giochi linguistici. Una cyberscrittura che conferisce intimità alle relazioni che si autenticano attraverso dispositivi elettronici.

Quali saranno le conseguenze della comunicazione digitale sulla lingua di domani?

La scrittura digitale potrebbe diventare una palestra per i pigri?

Email, sms, instant messaging sono estremamente effimeri, basta un click e in un attimo si cancellano intere conversazioni.

Che ne sarebbe delle teorie di Freud se fosse nato ai tempi delle email? Saremmo ugualmente riusciti a risalire alle sue preziose corrispondenze?

Instantanea, effimera, labile, la corrispondenza elettronica viene quotidianamente archiviata nelle memorie dei cellulari, nei personal computer. Messaggi che restano imprigionati nei codici binari dei dispositivi elettronici lasciando le tracce delle nostre esistenze.

Ieri si studiavano le corrispondenze epistolari di grandi studiosi per ricostruire teorie scientifiche, oggi l’archivio dei pensieri si sposta dalla carta alle memorie elettroniche. Nasce la necessità di individuare degli strumenti adatti sviscerare le memorie binarie dei grandi intellettuali. In questo luogo concreto e apparentemente impalpabile possono celarsi le basi di teorie che potrebbero cambiare il futuro del mondo. Occorre solo ricordarsi che, come un tempo, la corrispondenza c’è ed esplica la sua funzione, ha solo cambiato luogo di consegna.

… la posta elettronica, ancor più che il fax, oggi sta per trasformare lo spazio pubblico e privato dell’umanità, e in primo luogo il limite tra il privato, il segreto (privato o pubblico) e il pubblico o il fenomenico

Jacques Derrida – Mal d’archivio

Tonia Zito

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